Il corpo di Giangiacomo Feltrinelli fu ritrovato sotto un traliccio a Segrate, dilaniato dall’esplosivo, nel marzo del 1972. Ai tempi la lotta era davvero armata, le morti erano altrettanto misteriose, gli editori decisamente più coraggiosi e gli orizzonti qualcosa ancora da conquistare. Quarantasei anni più tardi l’editoria se la passa assai peggio, mentre il cielo si è fatto più oscuro. Ad allontanare i sognatori dal sole ci pensano spessi strati di smog ma anche proliferanti costruzioni, invadenti moloch di vetro e cemento che stanno piano piano accaparrandosi l’atmosfera. Cosa ci sia dentro a torri e palazzi, in genere non è dato saperlo, ma in qualche rara occasione le interiora diventano visibili, senza ricorrere a progetti di demolizione.
La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è l’ultimo arrivato tra questi giganti: sotto le sembianze di un gigantesco stendipanni, spuntato in un batter d’occhio laddove un tempo c’era una foresta di piante, albergano insieme questa istituzione culturale e la più ricca azienda di informatica al mondo. La nuova rassegna curata da Teho Teardo, A „Dictionary of Sound“ (mai nome fu più appropriato per questo incontro tra musica e letteratura), ci offre l’opportunità di infilarci nella pancia del mostro ed esplorarla con le orecchie attraverso tre magnifici concerti nel corso di novembre: stasera saremo accompagnati dal violino elettrificato di Jessica Moss e dalla chitarra di Eric Chenaux . Un primo passo per tornare ad avvicinarci al cielo, e un giorno magari anche a dargli fuoco.
Geschrieben von Filip J Cauz