Speciali sempre, fino alla fine. Il personaggio Father Murphy è giunto all’ultima tappa del suo pellegrinaggio; quello che, nel percorso da fanatico religioso a prete eretico ed eremita, lo ha visto bramare la salvezza, accettare il fallimento, scorgere il proprio destino irrevocabile sulla croce e, infine, morire. A narrarne le gesta e, a guardar bene, a viverle con lui, sono stati Freddie Murphy e Chiara Lee, attraverso un’esperienza, più che una band, che ha lasciato segni profondi nella musica underground italiana. Un progetto musicale ma anche filosofico, diciamo pure esistenziale, che in ogni disco ha spinto un po‘ più lontano la possibilità di trovare nuove soluzioni sonore e gestuali assieme a nuove forme narrative per scavare negli abissi più bui dell’inconscio collettivo. Il suono del senso di colpa cattolico, certo. Ma anche il suono del dolore, della costante messa in discussione, della fascinazione per la religione e di una ricerca sempre molto personale e incapace di guardarsi indietro.
Dopo aver pubblicato il loro ultimo album qualche mese fa, Requiem, Freddie Murphy e Chiara Lee tornano in una delle città che li ha amati di più per uno degli ultimissimi concerti di sempre, con un rituale d’addio che avrà il suono e la gestualità dell’ultima messa. In quindici anni di attività i Father Murphy hanno ricevuto i consensi degli Swans e di Julian Cope e sono stati probabilmente il nome della cosiddetta Italian Occult Psychedelia più amato all’estero. Ma al di là degli importanti riconoscimenti, è nella loro essenza assolutamente unica, mai autoreferenziale e sempre protesa in avanti, nei live potentissimi e indimenticabili, che risiede il loro lascito più prezioso.
Geschrieben von Chiara Colli