Essere figli di due icone come Serge Gainsbourg e Jane Birkin non è facile per nessuno. Nemmeno per un’artista come Charlotte Gainsbourg che, a dispetto dei classici scetticismi del caso, negli ultimi dodici anni ha regalato quattro album di assoluta qualità ed eleganza. Quattro album che sono arrivati in sequenza, dopo un silenzio di vent’anni, da quando nel 1986 aveva esordito appena sedicenne con „Lemon Incest“ – che per prevedibili motivi di censura nella maggior parte dei paesi è stato pubblicato col più rassicurante titolo „Charlotte Forever“.
Serge sarebbe morto cinque anni dopo ed è proprio il tema delle dipendenze e della morte del padre, e di quella più recente della sorellastra di Charlotte Katy Barry, a ispirare „Rest“: come una sofferta rievocazione di un antico lutto e un’amara liberazione dai fantasmi del passato. In questo ultimo disco dell’attrice feticcio di Lars Von Trier, uscito nell’autunno del 2017, non mancano collaboratori da vera privilegiata (come già Air, Jarvis Cocker e Beck nei precedenti lavori).
Paul McCartney ha scritto e suonato con lei „Songbird In A Cage. Il Daft Punk Guy-Manuel de Homem-Christo ha prodotto la vellutata titletrack. Tutto il resto è stato prodotto dal guru electro SebastiAn con gli arrangiamenti e le orchestrazioni a cura di un altro fuoriclasse come Owen Pallett. Un altro brano, „Dans Vos Airs“ è stato scritto insieme al visionario artista neozelandese Connan Mockasin. Scusate se è poco.
Geschrieben von Piero Merola