Un giorno di qualche tempo fa mi arrivò un link YouTube di un progetto che portava le firme di „grandi personalità“ del panorama indie, quello con la „I“ maiuscola: Jacopo Lietti dei FBYC come autore testi, Marco Giudici (Halfalib) e Adele Nigro (Any Other) come produttori e il giovane Luca Galizia (classe 1995) dei Leute come „interprete“ e compositore delle musiche, il tutto patrocinato dall’etichetta La Tempesta in combutta con lo studio di grafica/label Legno.
La musica che ne usciva fuori era un misto di richiami a cavallo tra Frank Ocean e Gazebo Penguins: aveva le radici in un certo tipo di punk, le contaminazioni che non t’aspetti con l’hip hop e qualcosa di vagamente soulful, arrangiamenti coi synth e una scrittura orecchiabile ma in modo naive, senza forzature. Qualcuno parlò della cosa più interessante nel panorama italiano del post Calcutta, per intendere che da quel momento in poi il DIY era libero di „sporcarsi“ con l’accessibilità del pop.
L’album omonimo era firmato Generic Animal e pezzi come „Broncio“ o “Tsunami” divennero un piccolo culto prima e un fenomeno indie da quasi sold out dopo. Questo accadeva più o meno un anno fa e nel frattempo Luca Galizia ha scritto altra musica da solo, lavorando con Carlo Zollo alle produzioni. Il risultato è „Emoranger“, licenziato da La Tempesta assieme a Bomba Dischi: qualcosa di meno storto e di più codificabile con l’espressione „emo-trap“ rispetto al passato, testi semplici, diretti e imbevuti nell’autotune, soluzioni musicali forse meno ibride e indefinibili rispetto a quelle spiazzanti dell’esordio. Quasi come ad affermare che questa è la sua interpretazione del suono del nostro tempo e che „anche lui c’è“.
Geschrieben von Jacopo Panfili