Alla nona edizione ormai l’abbiamo capito: il motto del Beaches Brew è “rilanciare”. Puntare più in alto, ma farlo alla propria maniera. Non con i big in line up (anche se in realtà una “big” irresistibile quest’anno c’è), non con le grandi sparate di sponsor, non seguendo l’hype. L’ambizione del Beaches Brew ormai sta nel perfezionamento dei dettagli, nella sfida a restare un riferimento solido dell’estate festivaliera europea (ché sarebbe ormai impreciso considerarlo un festival “solo” italiano) pur azzardando con le line up. Non bastava essere il festival in spiaggia “che ci invidiano anche in California”. Non bastava essere gratis. Non bastava essere riusciti a portare nella provincia “virtuosa” di Ravenna un pubblico giovane e internazionale. Non bastava avere la security più rispettosa e simpatica mai vista nello Stivale, il pubblico e gli artisti che si confondono, senza distinzioni di spazi e trattamento (scuola All Tomorrow’s Parties). Non bastava neanche essere ospitato dallo stabilimento balneare preferito da John Dwyer e Ripley Johnson. A questo punto non bastava più manco la line up che spiazza, quest’anno confermata da un cartellone che ha sì, Courtney Barnett e i The Ex (che comunque restano nomi tutt’altro che prevedibili), ma che pure continua sulla ricerca della contaminazione mantenendo un occhio sulla musica indipendente “occidentale” contemporanea (chi ha detto Big Thief?).
Non bastava tutto ciò, e allora quest’anno il Beaches Brew è anche un festival quasi totalmente plastic free (e questo, badate bene, presto sarà una discriminante importante per gli eventi di media e grande portata) e con un programma off diurno di secret concert, dj set e birrette ancora più ricco che in passato. Tutti i live come sempre imperdibili, ma tra questi non possiamo che ringraziare per aver finalmente riportato in Italia una delle cantautrici indipendenti più talentuose dei nostri tempi (ciao Courtney), l’afrobeat del collettivo BCUC, l’impro-free-punk degli indomiti The Ex (che festeggiano 40 anni di gloriosa carriera), l’americana vibrante dei Big Thief, un pilastro della controcultura r’n’r come Ian Svenonious col progetto Escape-Ism, le contaminazioni del collettivo canadese Crack Cloud, la rapper del Tennesee BbyMutha. Line up che anche nel resto dai nomi mantiene un occhio attento sul presente, senza scordare il passato che non invecchia mai.
Geschrieben von Chiara Colli