Una voce e una penna che hanno sempre fatto la differenza. Dagli esordi debordanti con i Grant Lee Buffalo – l’esordio “Fuzzy” (1993) è ancora oggi un capolavoro di creatività, potenza e fragilità, certificata in primis da Michael Stipe – fino a una carriera da solista in penombra ma assai produttiva, per qualità e quantità, iniziata all’alba del terzo millennio.
Dopo il recente passaggio estivo sui tetti di Roma eccolo tornare in versione “sacra e indoor” con l’ultimo album “Widdershins” (2018), che conferma tutto il suo talento grazie a brani splendidi con titoli geniali come “King of Catastrophies”.
Will Oldham una volta disse che le sue canzoni dovevano essere solide come palazzi e per questo a inizio carriera scelse il nome Palace. Mr. Phillips nei momenti migliori canta e costruisce delle case di vetro, nelle quali il mondo esterno si riflette ma la luce, il calore penetrano all’interno. Fino alle anime di chi ascolta o decide di abitare quegli spazi ideali.
Geschrieben von Matteo Quinzi