Quando ci si confronta con un pezzo di storia della musica è sempre difficile districarsi dall’aura reverenziale che emana. Parlando degli Infected Mushrooms, però, non si può fare a meno di rimanere affascinati dalla loro storia. Un tastierista di una band new wave, dopo un viaggio in India, si innamora dei rave e convince un pianista di musica classica a formare un duo che rivoluzionerà la scena psy-trance mondiale. Il genere non lo hanno certo inventato loro, ma nel clima israeliano, dilaniato dall’orrore della guerra, la gente è sempre stata alla ricerca di nuove strade di evasione.

Gli Infected Mushrooms hanno avuto un percorso spesso incostante – e il nuovo album lo testimonia – ma sono riuscisti a traghettare un genere di nicchia, che apparteneva esclusivamente al mondo dei rave, nel panorama internazionale. La dimensione dal vivo è un vettore fondamentale: in ogni live ci si trova di fronte una band che porta sul palco una capacità tecnica non indifferente, con un approccio davvero punk. Il tutto avvolto da visual set immersivi ed estranianti.

Grazie a tutto questo oggi il duo si confronta con festival, raduni ma anche club e location storicamente lontane dal cosmo della musica trance. Non sappiamo se questo corrisponda a una rappresentazione museale di un genere in via di estinzione o ad un’affermazione di grande elasticità artistica. Di sicuro, non è un live che dimenticherete in fretta.