Un suono spigoloso, ansiogeno ma lontano dalla disperazione. La melodia, la luce in fondo a un tunnel multiforme, seppur fioca, si intravede quasi sempre. Una guida emotiva che rende il post punk evoluto della band canadese qualcosa di morboso, labirintico, ma non del tutto deviante. Sono passati anni dalla querelle sul nome originario – Viet Cong – e col senno di poi non potevano scegliere moniker migliore come sostituto.
„Preoccupations“ suggerisce apertamente il loro manifesto sonoro e l’ultimo “New Material” arricchisce il bouquet con soluzioni quasi pop come “Disarray”. Dal vivo possiedono grande fisicità, ma anche attenzione alle atmosfere e alle interazioni ritmico-melodiche, vero punto di forza della band.
Canzoni come simulacri delle preoccupazioni che riempiono il nostro tempo. Ma che, allo stesso tempo, incarnano il sollievo e l’energia sprigionata nel vederle soccombere e svanire.
Geschrieben von Matteo Quinzi