Thom immagina la metropolitana come il male assoluto, un non luogo da attacco epilettico collettivo. Invece apprezza il tram, meglio se d’antan. Thom si sta trasformando sempre di più in una versione anti rockstar del tenente Colombo/Peter Falk. Thom avrebbe voluto partecipare a “Giochi senza frontiere”. Thom ce l’ha con la tecnologia invasiva e con Boris Johnson. Thom – insieme al fidato produttore Nigel Godrich – persevera con un cut up selvaggio di ritmi, melodie e parole che diventano loop e alterano le percezioni, trasfigurando la realtà in sogno. E viceversa. Lo stile di Thom è la cosa più vicina a un alter ego musicale di Burroughs.
Sono solo alcune delle considerazioni a caldo, subito dopo aver ascoltato e guardato “Anima”, il nuovo album di Mr. Yorke e relativo cortometraggio firmato Paul Thomas Anderson. Un disco che non spiazza ma convince, distopico ma spirituale. Un disco che non ha quasi nulla delle intuizioni “colte” della colonna sonora di “Suspiria” ma mette in ordine appunti di viaggio da un futuro/passato più o meno remoto, vedi “Dawn Chorus”, “Twist” o “The Axe”, attingendo dal repertorio altrui – qualcuno ha detto Boards of Canada o Four Tet? – e a ritroso fino alle miracolose sessioni dalle quali scaturirono “Kid A”, “Amnesiac” e tante altre primizie successive firmate Radiohead o in solo.
In apertura Andrea Belfi, vanto nostrano apprezzato su scala mondiale e vero cervello in fuga in ambito musicale, non solo per aver scelto da tempo Berlino come base operativa. Invitato da Thom in persona per tutta la tranche estiva ed europea del tour, lunga e prestigiosa è la lista di collaborazioni di Belfi così come la discografia. L’ultimo capitolo è “Strata”, fresco di stampa e ispirato al Marocco e alla musica Gnawa.
Geschrieben von Matteo Quinzi