Che bello il suono saturo e tagliente delle chitarre elettriche quando ti sgrattano via le sinapsi! È qualcosa che, specialmente dal vivo, non smetterà mai di farmi godere: ecco perché amo i Pontiak. I tre fratelli Carney operano come una persona sola al servizio di un suono rugginoso, esattamente a metà tra il Neil Young versione cavallo pazzo e i Black Sabbath più ipnotici.

Una visione psichedelica cruda e materica che ben riflette i paesaggi del loro casale (e studio di registrazione) in Virginia: montagne, campi e cieli aperti che fanno da base ad aperture cosmiche ben rappresentate nel loro ultimo “Dialectic of Ignorance”. Un unico flusso di escursioni soniche, ipnosi hard-psych e ballate bucoliche: ogni concerto dei Pontiak ti spettina in maniera diversa, sarà anche per quello che ho perso i capelli e mi è cresciuta la barba?