Tra tutte le conseguenze nefaste della grande crisi economica che ci affligge dal 2007 (innescata ben prima) un effetto positivo va annoverato: fu l’unica tempesta in grado di mettere un freno al delirio immobiliare che aveva investito l’Africa: ancora nel 2008 la fiera del Real Estate di Dubai esponeva i modellini di migliaia e migliaia di metropoli che avrebbero dovuto invadere i deserti e i terreni fertili, le coste e le foreste di tutto il continente africano, non si sa per chi o per cosa. Ovviamente il fenomeno non si è fermato, ma la sua velocità si è almeno ridotta.
Questa mostra a cura di Javier Arpa, The Why Factory, e Christopher Marcinkoski, Pennsylvania University, che ha già viaggiato da Kuala Lumpur a Monaco di Baviera, arriva al Politecnico grazie a Simona Galateo e Alessandro Frigerio, mostrando alcuni emblematici casi di speculazione immobiliare dal Cairo ad Addis Abbeba, tutti superiori ai 300 ettari, cioè alla scala di vere e proprie new town, ma progettate per ospitare qualsiasi cosa tranne le popolazioni bisognose di case: enclaves per turisti, gated communities per ricchi, nuovi centri finanziari, nuove capitali, uffici legati a nuovi poli industriali. Uno dei capitoli da affrontare per il Green New Deal mondiale, convertire l’universo del Real Estate. Anche e soprattutto in Africa.
Geschrieben von Lucia Tozzi