Se John Coltrane, Ornette Coleman e Cecil Taylor compongono a buon diritto la trinità dell’avanguardia musicale nera, Archie Shepp può essere considerato uno dei più fedeli, influenti ed instancabili discepoli che quelmovimento abbia avuto. Entrato a far parte, ancor giovane, del gruppo di Cecil Taylor e poi scelto da Coltrane per suonare in alcune storiche registrazioni („Ascension“ su tutte), Shepp è stato un fiero esponente del free jazz, secondo un’estetica che fin dal principio è stata fortemente ispirata alle origini della cultura neroamericana e dunque in aperta rottura con quegli elementi dell’idioma musicale jazz che apparivano troppo schiavi della tradizione accademica europea. Non è dunque un caso se alcuni dei suoi inni (ci piace chiamarli così, in ossequio alla natura gridata del suo sax), come „Malcolm, Malcolm, sempre Malcolm“ o „A portrait of Robert Thompson (as a young man)“ sono intrisi nel sangue con cui il Movimento dei Diritti Civili ha dovuto pagare le sue battaglie per un paese migliore. Questa sera sarà accompagnato da Massimo Faraò Trio, ed è una di quelle occasioni che non capitano spesso.
Geschrieben von Arthur Cravan