Pioniere della musica più weird degli Anni Zero con i suoni melmosi noise-drone-iper-lo-fi degli Skaters – passando per le allucinazioni hypnagogiche dei primi dischi da solista -, con „Far Side Virtual“ (2011) James Ferraro è stato tra gli iniziatori della vaporwave. Un album con una pulizia sonora da „preset digitale“ che sembra musicare l’attuale società ultraconsumista e iperconnessa: il suono ciecamente ottimista di iPad che volano felici per Wall Street, mentre ordinano un sushi leggendo The New Yorker.
James oggi guarda ancora avanti e vede l’intero ecosistema fagocitato dall’umanità e l’umanità fagocitata dalla propria tecnologia. È il concept dietro „Mirai“, opera dal respiro “classico” introdotta l’anno scorso dal commovente EP „Four Pieces for Mirai“. Stasera il musicista newyorchese presenta „Requiem for Recycled Earth“, il primo capitolo della sua distopia iperrealista: feudalesimo digitale in solenne 4K, digitangoli rinascimentali per la fine del mondo.
Geschrieben von Marco Caizzi