«But explaining men still assume I am, in some sort of obscene impregnation metaphor, an empty vessel to be filled with their wisdom and knowledge. A Freudian would claim to know what they have and I lack, but intelligence is not situated in the crotch—even if you can write one of Virginia Woolf’s long mellifluous musical sentences about the subtle subjugation of women in the snow with your willie» – Rebecca Solnit, Men explain things to me
Serata hot al Legend Club. La Dispute, band di culto USA-hardcore-poetico che mescola prog e jazz in perfetta coesione con la propria filosofia punk. Milk Teeh, british punk che guarda al grunge per compattare il suono duro, brevi frenesie melodiche tipiche del sound a flanella e strisce. E infine le Petrol Girls da Londra.
Quando la stampa parla di gruppo post hardcore femminista e aggiunge «sono molto più di questo», l’ambiguità della sentenza rivela tutto il suo pregiudizio machista. Le PG sono un gruppo post hardcore femminista. Punto. Scomode, suonano dritto in faccia: musica politica perché il punk interroga, spinge al confronto, senza illusioni. Quello che secoli fa era un rogo per la donna che violava il codice maschile, che diventa il giogo del patriarcato per controllare corpi, oggi è il pogo dell’insurrezione, della resistenza.
Geschrieben von Paolo Santoro