Che il futuro sarebbe stato governato dalle macchine lo aveva detto qualche sociologo svariati anni fa, o – se vogliamo mantenerci a un livello più pop – „Matrix“, che mischiava l’immaginario di un’umanità letteralmente dentro il decay con uno fortemente imperniato di cultura rave e crossover (le scene del ballo, della discoteca e i Prodigy a martellare).
Non diversamente, proprio quel filone lì – forse in maniera più asettica e legata al mondo idm -, lo si ritrova nel lavoro di questo docente texano trasferitosi a Tokyo, una sorta di Robert Henke della nuova generazione, che gioca a costruire algoritmi-per-generare-suoni, plasmandoli, irrigimentandoli a dovere, salvo poi lasciare loro carta bianca di impazzire a piacimento. Ben capite che il risultato è un mischione molto divertente (e pure celebrale) nel quale il contenuto matematico si scontra con il suo esatto contrario. Prima di lui, il live audio/video generato da linee di codice e un talk tra Renick Bell e Franz Rosati. Let’s the chaos rule.
Geschrieben von Kyösti Vainio