Incunearsi nelle dinamiche del postumano – e tutto ciò cui questo topic è correlato – è esercizio abbastanza diffuso nell’ambiente elettronico europeo, soprattutto degli ultimi anni. Tutta la scia di produzioni in formato album – spesso, in verità, anche mediocri – lasciate da casa Pan e sorelle, parla a riguardo. In Italia i tentativi di inserirsi in quel filone lì si contano sulle dita di una mano.
Ed è per questo che tanto risalta alle orecchie l’album d’esordio del trio dTHEd, su quella che è la più coraggiosa label tricolore indipendente, Boring Machines. Un album semplice all’ascolto, asciutto, diretto, che scontorna i confini di una elettronica molto suonata, molto spigolosa, molto ibridata e accelerata – facendo uno sforzo di semantica, si potrebbe parlare di una nuova via a quella folktronica di casa Morr. Dal vivo ci si aspetta un live che faccia una sola cosa: divellere sinapsi.
Geschrieben von Kyösti Vainio