Ghostpoet ha fatto molta strada dal suo primo lavoro „Peanut Butter Blues & Melancholy Jam“ del 2011. Durante il tragitto ha perso molti chili, ma ha portato dietro con sé la malinconia che da sempre inspessisce ogni sua canzone. Gli album sono diventati quattro e nell’ultimo „Dark Days + Canapes“, uscito nel 2017, il cantante inglese dimostra una serietà stilistica nuova: sacrifica la complessità musicale dei pezzi quasi a voler far concentrare gli ascoltatori sulla sua voce. E ci riesce.
Quella voce soul, calda e triste, che ha stregato un po’ tutti nel panorama musicale partendo da The Streets, DELS e Micachu fino ad arrivare ai super big come Massive Attack e Alt-J, mentre con i Metronomy e Jamie Woon ha condiviso il palco aprendo a entrambi ogni data del loro tour. Adesso il poeta fantasma torna a Milano per JazzMi. In una recente intervista ha detto che il suo ultimo album è nato dall’incertezza degli anni in cui viviamo: ma non si è sempre incerti quando parliamo di sentimenti? Nel dubbio, portate dei fazzoletti in più e preparatevi a fingere un attacco di raffreddore improvviso.
Geschrieben von Pigna