Nelle traiettorie degli ultimi 10 anni, la techno è forse il genere che più di tutti ha allargato le sue visioni. Vuoi per le ibridazioni del caso, vuoi per l’hype creato attorno a certe scene. Vuoi perché un disco come “Feed-Forward” – a nome Sandwell District – ha effettivamente cambiato molte carte in tavole.
Dalla pubblicazione di quei dieci pezzi in avanti, la percezione di una techno che tornava ai suoi splendori, senza per forza dover viaggiare a bpm altissimi, è diventata plastica. Chi è venuto dopo ha continuato a declinarla secondo visioni personali che però, a guardare i risultati con distacco, dopo anni di materiali un po’ copia-incolla si sono perse in un mare di uscite tutte uguali. L’esempio dei Lakker si discosta da questa sfilza di noia, andando a pescare tappeti di suono che si muovono in modalità velluto, con beat sempre in punta di fioretto.
L’ultimo “Época”, su R&S, gioca ancora su quei terreni, annaspando tra progressioni ambient e un mood che certamente non dispiace ai fan dei Plaid. Poi, ovvio, i maestri son altra cosa. In tutto questo la dimensione ideale per godersi i Lakker forse non è nemmeno in cuffia. Chi li ha visti in carne ossa, sa. In dj set si sanno muovere dal dub catramoso al 4/4 a stecca. Dal vivo, palleggiano facile facile sia in accelerazione che in frenata, su pattern che ricalcano meccanismi soft-loud, senza scadere nel didascalico. Ci sarà chi dirà „anche basta“. Si risponde „chissenefrega!“.
Geschrieben von Kyösti Vainio