Sarà stato un sabato pomeriggio di giugno quando me ne stavo placido al bancone di Phonica ad ascoltare „W.O.W.“ di Passarani e a sbirciare i dischi ancora da spacchettare e infilare negli espositori. Entra una coppia di italiani ed è cosa più che comune trovandoci a Soho; lui gesticola esageratamente mentre mi si avvicina per guardare i dischi nello scaffale. Alzo la puntina mentre lui sentenzia “Italo lo conosco, è un dj delle mie parti”, indicando la copertina di Italo Funk all’ignara ragazza. Scoppio in una risata sommessa e simulo guardando il cellulare. Lei mette il braccio intorno al cazzaro ed escono. Io prendo in mano il disco che mi ero, un po‘ colpevolmente, perso all’uscita, ci dedico un dieci minuti di ascolto e lo compro senza indugio.
Fast forward a gennaio 2020, e sono deciso a non farmi prendere in contropiede: la serata al Tempio con buona rappresentanza degli artisti usciti su Italo Funk è già sul mio calendario. Rame, Lele, Rocca e Brioski, tante storie e luoghi che si intrecciano in una epifania di house, jazz, letfield, disco e, ovviamente funk, per una serata da palati fini. E che non me ne voglia Italo.
Geschrieben von Raffaele Paria