Da diversi anni Ingri Fikstal si occupa di corpi. Stiamo parlando di cinestesia, di un’idea di coreografia che ha poco a che vedere con quella a cui siamo abituati. Basta con i balletti e il pubblico seduto composto: si entra tutti nella stessa dimensione, posizionandosi un po‘ dove si vuole, perché la performance è globale e ognuno se la vede da dove gli pare, anche da dentro, in mezzo ai performer.
Si tratta di un tipo di danza che ha a che fare con la musica, anche se la musica non c’è, perché Fikstal sostiene di voler creare un vero e proprio concerto, fatto di movimenti. „Shadows of Tomorrow“ è il suo nuovo progetto, dopo altri sovvenzionatati dal Creative Europe Programme dell’Unione Europea e dai titoli emblematici come „Diorama“ o „Cosmic Body“. I performer sono completamente avvolti da drappi colorati e i riferimenti vanno cercati nella psichedelia, negli anni 60, ma anche nell’assenza di sé, nella scomparsa dell’individuo, nella rivincita del movimento sul pensiero, nell’hip hop.
„Shadows of Tomorrow“ ha a che fare anche con le ombre, ovviamente: quelle che si rifletteranno sulle pareti del foyer del Teatro India durante la performance e saranno lo skyline dell’opera. Allo spettatore il compito di capire se saranno le sue o quelle di qualcun altro. Ma poi, alla fine, cosa cambia?
Geschrieben von Marina Zucchelli