Per tutti quelli che hanno un sussulto a sentir parlare di band anni Novanta, di shoegaze e reunion, di ritorni discografici e di musicisti che a 50 anni vanno „ancora“ in tour con la propria band come se fossero una gang di amici entusiasti che a vent’anni si ritrova Robert Smith tra i propri fan, l’invito è di chiacchierare meno, muovere il culo e testare con le proprie orecchie cosa questi gruppi sono diventati oggi, soprattutto quando salgono su un palco.
Dando per scontato che non sia qui necessario fare un ripassino di storia del rock – ricordando le importanti pagine di estetica di melodia e rumore scritte dai Ride con capolavori come „Nowhere“ (ma pure „Going Blank Again“) – o mettere ancora alla gogna Andy Bell per essere stato complice dei peggiori dischi degli Oasis (post scioglimento dei Ride e dopo la parentesi coi suoi Hurricane #1), discograficamente parlando il quartetto di Oxford è stato quello che della santa trinità shoegaze britannica (con MBV e Slowdive), ha mantenuto sempre meno „fede a se stesso“. Questo negli anni, e ancora più con i due dischi del ritorno (nel 2017 con „Weather Diaries“ e nel 2019 con „This Is Not a Safe Place“, entrambi programmaticamente prodotti da Erol Alkan), ha significato aperture a nuove soluzioni – elettroniche, pop, talvolta pure new wave e psichedeliche – con risultati anche notevoli (soprattutto, va detto, in „Weather Diaries“: provate a non farvi ammaliare da „Charm Assault“ o „Cali“).
Un’attitudine al rinnovamento e all’ambizione di arrivare a un pubblico più ampio che non avrebbe alcun tipo di consistenza se, sul palco, i Ride non fossero una band detonante con un feeling pazzesco tra i componenti, per cui – di fronte all’evidenza e alla potenza dei fatti – ogni borioso discorso sulla nostalgia perde di attendibilità. Visti di recente al TOdays, Andy Bell, Mark Gardner e soci sono ancora oggi un gruppo che tutti quelli che amano la musica fatta con le chitarre dovrebbe andare a sentire dal vivo. Se poi riuscite a non farvi esplodere il cuore quando attacca „Leave Them All Behind“ e sul crescendo di „Unfamiliar“, allora quelli troppo vecchi per le emozioni forti forse siete voi.
Geschrieben von Chiara Colli