Un party può diventare politico quando riunisce una collettività e si fa portavoce del cambiamento generazionale. In Ucraina, dal 2014, è germinata la reazione contro i paradossi di un governo lontano dall’Unione Europea e macchiato di corruzione, fortificandosi sempre di più: una vera e propria rivoluzione ha invaso le strade, esprimendosi anche all’ombra delle piazze attraverso i party della serie Cxema, tumulto sotterraneo della scena di Kiev. A Slava Lepsheev, suo fondatore, si deve il merito di aver lottato per dare alla città (e alla nazione) un faro di creatività e speranza, puntando tutto su giovani talenti e producer locali non disponendo delle condizioni economiche per coinvolgere grandi nomi internazionali. Non ci sono headliner, non ci sono seconde scelte, tutti brillano allo stesso modo per avanguardia post-industriale e sperimentazioni futuristiche. Esempio concreto è quello di Timur Dzhafarov, in arte John Object, che della squadra di Cxema è colonna portante e da cui ha ricevuto totale fiducia, passando da una popolarità di nicchia a quella da protagonista della Boiler Room organizzata nella capitale ucraina.
Cxema arriva a Macao legandovisi perfettamente, condividendo il principio di dare spazio a figure underground inusuali e visionarie, avvicinandole a un pubblico pronto a scoprirle. Oltre al live di Object, infatti, c’è quello dell’artista transmediale Zoë McPherson, ricercatrice antropologica e sonora di field recording meditativi e spirituali. Chiude il circolo virtuoso Bill Kouligas, patrono di Pan (su cui pubblicano, fra gli altri, Lee Gamble, M.E.S.H. ed Objekt), e pioniere di sinestetiche frontiere audiovisive. Una notte per aprire la mente a qualcosa che, probabilmente, comprenderemo fra una decina d’anni, mentre questi artisti stanno già scrivendo il futuro.
Geschrieben von Laura Cap