Li abbiamo visti nell’estate di due anni fa, quando ci hanno fatto ballare in un affollato sottopalco della Cavea. Ed è sempre all’Auditorium che torneranno sabato 5 settembre dopo la prevista data di inizio aprile, cancellata in pieno lockdown. Stiamo parlando degli Snarky Puppy, pluripremiato collettivo di Brooklyn che può sfoggiare svariati Grammy Award conquistati nell’ultimo decennio. In attività dal 2014, la loro musica è un riuscito connubio di funk e jazz fusion in grado di catturare l’interesse anche dell’ascoltatore più disinteressato. Di quella formazione oggi la Casa del Jazz, in uno dei pochi appuntamenti di respiro internazionale di questa stagione anomala, ospita il leader, Michael League, e Bill Laurence, tastierista della band fin dagli esordi, per quello che è un duo tanto collaudato quanto inedito.
Amici fin dai tempi degli studi di musica e composizione, League e Laurence, pur avendo collaborato in infinite occasioni al di fuori degli Snarky Puppy – tanto per fare un esempio: gli ultimi dischi di David Crosby e le produzioni da solista dello stesso Laurence – non hanno mai inciso in questa formazione ridotta. Multistrumentista, produttore, fondatore dell’etichetta GroundUP Music e direttore artistico del GroundUP Music Festival di Miami, nel corso della sua carriera Michael League ha suonato con Erykah Badu, Salif Keita, Fatoumata Diawara, fino a fondare i Bokanté, formazione in bilico fra blues e world music nonché progetto parallelo agli Snarky Puppy.
Dal canto suo, Bill Laurence è compositore di colonne sonore, fondatore dell’etichetta Flint Music e impegnato in una prolifica carriera da solista che lo ha visto alle prese con elettronica, funk e jazz, senza dimenticare la formazione classica, fino al ritorno alla imprescindibile formazione in trio per l’ultimo “Live at Ronnie Scott’s”, prestigioso jazz club londinese. In questo lungo tour in esclusiva per l’Italia, i due rivisiteranno i propri lavori in solo e le produzioni per ensemble degli Snarky Puppy in una dimensione più intima e raccolta. Forse meno balli, ma sempre tanto cuore.
Geschrieben von Carlo Cimmino