5 marzo 1922 nacque Pier Paolo Pasolini, il Poeta.
27 ottobre 1922 marcia su Roma.
1922 anno zero dell’era fascista.
Così ha inizio lo spettacolo di Ascanio Celestini che dimostra sin da subito come intende raccontare la vita del Poeta, l’intento dichiarato è quello cronologico, ma non aspettiamoci un banale elenco di date e avvenimenti. La genialità di questo spettacolo sta proprio nel raccontare la vita di Pasolini attraverso la Storia, quella con la S maiuscola. Il fiume di parole invade la sala per più di due ore, e proprio le parole saranno esposte in entrata del piccolo museo immaginario che Celestini crea. Perché come dirà Pasolini alla fine tutto si consuma, svanisce, ma la poesia è inconsumabile. Così, grazie alle parole, siamo trasportati attraverso una storia che pensavamo lontana, passata, che invece ritroviamo ancora oggi, non solo perché ci sono ancora i segni di quello che è stato, ma perché è ancora presente. Pian piano, durante lo spettacolo, le tracce del Poeta si perdono per lasciare spazio all’atmosfera di quegli anni, di quella Roma, raccontata attraverso aneddoti e personaggi. C’è un Don rivoluzionario, Sandrone che vende qualsiasi cosa si possa immaginare, la bomba inesplosa delle stragi del 12 dicembre 1969, lavoratori, maestre, studenti, ci sono le voci di tutti, del popolo, di chi era lì nello stesso periodo in cui c’era il Poeta. Nel 53° anno dell’era fascista venne ritrovato il corpo massacrato del Poeta elemento che costituisce l’ultimo cimelio del museo. Buio, le luci si spengono e tra gli applausi resta aperta una domanda e sottintesa la stessa risposta, oggi siamo ancora nel 100° anno dell’era fascista?!
Geschrieben von Francesca Rigato