I pezzi di Porter sono perfetti per dei remix danzerecci di tutto rispetto e probabilmente è proprio così che è arrivato al grande pubblico. Quello di „Liquid Spirit“ a firma Clapton, ad esempio, conta oltre 58 milioni di streaming su Spotify ed è diventato un classico per tutte le radio britanniche, andando in top 10 diverse volte. Per ballare la sua musica però non servono i remix: quel pezzone che è „Dry Bones“ è praticamente un inno alla presa bene. Come pure il featuring con i Disclosure, „Holding On“: pezzone stratosferico.
Da quel primo disco del 2010, quanta strada Gregory: sei album all’attivo, un Grammy come „Best Jazz Vocal Album“, il successo globale sulle spalle di un ragazzone semplice e genuino di Sacramento. La sua musica è il crossover perfetto tra il soul, il gospel, il jazz e il pop. Riesce a tessere trame sofisticate e mistiche, strizzando l’occhio alla semplicità e con una messa in opera live pressoché perfetta. Anche se avrebbe voluto duettare con Nina Simone, tutti i featuring di questi undici anni di attività hanno colorato il suo stile, riportando il jazz in classifica, nel suo momento (di ritorno) d’oro.
Geschrieben von Manuel Maiuri