Esponenti illustri della ripetizione sonora come disciplina e stile di vita, i 10 000 Russos tornano a distanza di cinque anni esatti al Fanfulla a ricordarci che non è poi così male quando l’estate finisce e ricominciano i tour, che non è poi così male quando si torna a fare headbanging sulle chitarre. Le abitudini sono una forma di ritmo, diceva qualcuno. La storia „emersa“ dei 10000 Russos ha inizio come per molte band indipendenti e stracult degli anni 80/90: i tre portoghesi finiscono di sparare feedback in orbita durante il loro set al Reverence Festival, scendono dal palco e proprio lì vengono fermati dal boss di una delle loro label del cuore: stretta di mano e affare fatto.
Correva l’anno 2014 e la label in questione era Fuzz Club, nota ai devoti di quel dio drone che sa manifestarsi anche attraverso apparizioni psichedeliche e rievocazioni post punk. Porto sicuro per gruppi come The Cult of Dom Keller, Singapore Sling, Al Lover e The Underground Youth, Fuzz Club è la dimora perfetta per i 10 000 Russos e la loro pozione magica a base di distorsione, ripetizione e paranoia, sorta di trinità perfetta composta da shoegaze, krautrock e new wave.
Dal vivo – e la storia del „contratto“ con Fuzz Club lo conferma – il trio è una versione, se possibile, più oscura ma altrettanto detonante dei Loop, con tutta la devianza sull’asse New York/Berlino a farne da corollario. Presentano l’ultimo super album „Superinertia“, uscito lo scorso anno per l’etichetta londinese, ennesima conferma di un suono compatto, supersonico e spaziale. Ciao estate, benvenuto autunno.
Geschrieben von Chiara Colli