Parlare di Erik Friedlander e pensare a John Zorn è un tutt’uno. Non di certo per mancanza di meriti propri dello straordinario interprete del violoncello, ma perché il suo nome è legato in modo indissolubile alle tante formazioni guidate dal compositore newyorkese. Basterebbe fare un bel salto nel passato – sono ahimè ormai passati ben quindici anni – ed ecco che ritroviamo Friedlander sul palco dell’Auditorium del Parco della Musica per una tre giorni di quelle indimenticabili. Era il festival John Zorn “Complete Masada” e si esibiva in solo, con i Bar Kokhba e con il Masada String Trio.
Come se non bastasse, ha poi continuato a partecipare a mille altri progetti “zorniani”, da Cobra a Magick, da Essential Cinema al Masada Songbook, passando per il Chamber Ensemble. Ma oltre a Zorn c’è chiaramente molto altro e come compositore ha pubblicato lavori per solo violoncello, musiche per il cinema, per balletti e per la televisione (recentemente la serie „The Romanoffs“), come band leader ha guidato formazioni composte da musicisti di spicco quali Chris Speed, Trevor Dunn, Drew Gress, Stomu Takeishi, Bryce Dessner, Sylvie Courvoisier e Teho Teardo, fino al progetto portato questa sera alla Casa del Jazz per il Roma Jazz Festival.
Quartetto stellare attivo da un quinquennio, The Throw, precedentemente conosciuto come Throw A Glass, vede accanto a Friedlander il pianoforte di Uri Caine (anche lui presente in quella maratona Masada del 2007), il basso di Mark Helias e la batteria di Ches Smith, forse il più versatile batterista della scena jazz contemporanea, considerata la partecipazione in gruppi come Xiu Xiu, Secret Chiefs 3 e gli Evangelista di Carla Bozulich. Stasera presenteranno “A Queen’s Firefly”, album uscito alla fine dell’aprile 2022.
Geschrieben von Carlo Cimmino