L’inside joke del mondo jazz vuole che al solo di contrabbasso coincida la pausa sigaretta per tutti: per il pubblico e perfino per gli stessi musicisti sul palco. Ecco, è difficile applicare il luogo comune a Igor Legari, agitatore di corde intelligente e intriso di groove a metà tra improvvisazione radicale e forme fruibili anche per orecchie meno allenate. „Arbo“, ultima fatica in trio con Ermanno Baron e Marco Colonna che i tre presenteranno a Quadraro in Jazz, è veramente un bel disco. Al suo interno scorre una tensione costante, che cattura l’ascoltatore e lo accompagna lungo tutta la durata, mantenendone viva la curiosità.
Passare da un brano all’altro dell’album significa vedere gli strumenti personificarsi, con la sensazione di aggirarsi in una foresta in cui, a ogni passo, si incontrano animali diversi: siamo lì incantati e in silenzio a osservarne i movimenti, il modo in cui i muscoli guizzano veloci e gli occhi spiritati roteano con velocità, tra versi e tonfi inaspettati. Stasera toccherà allo Spartaco tramutarsi in un bosco magico, dove i tre musicisti daranno vita a un circo di suoni, movimenti e slanci musicali.
Geschrieben von Giulio Pecci