Basta avere una discreta familiarità con la storia del jazz per sapere quanto il genere sia da sempre portatore di messaggi politici spesso radicali. Attacchi sonici che fin dai primi del Novecento volavano come missili a colpire le orecchie degli ascoltatori, a metterne in dubbio le certezze e scuotere gli animi grazie a una creatività esplosiva e senza compromessi.
Sarathy Korwar rientra di diritto in questa tradizione. Nato negli Stati Uniti, cresciuto in India e ora stabilmente di base a Londra, Korwar è cresciuto studiando la tabla – tipica percussione indiana. Negli anni ha declinato il suo talento anche sui kit di batteria occidentali, finendo per ricavarne uno stile personalissimo, ritmicamente intrigante e ricchissimo all’ascolto. Un atto politico di per sé, accompagnato da una sensibilità spiccata verso tematiche quali i danni dell'“orientalismo occidentale“ e gli orrori del colonialismo.
Il suo album del 2022, „KALAK“, è stato celebrato in lungo e largo per la sua capacità di comporre una mitologia indo-futurista, grazie a una musica che attraversa alla velocità della luce jazz, elettronica e tradizioni folkloriche indiane, e alle parole profonde e intriganti che trascinano l’ascoltatore in un viaggio allucinato e meraviglioso, ricco di dolore, espiazione, gioia.
Sarathy passerà per Roma in trio e c’è da scommettere che si avrà modo di apprezzare un concerto che manterrà tutte queste caratteristiche, con in più l’eccitante elemento dell’improvvisazione dal vivo.
Attenzione agli orari! I live di Sarathy Korwar due: uno alle 18:00 e uno alle 21:00.
Geschrieben von Giulio Pecci