La loro collaborazione va avanti da anni e anche se il concerto di stasera potrà difficilmente conciliare le esigenze del pubblico che ascolta musica jazz con i puristi della classica, l’occasione è delle più ghiotte. Il progetto del duo italo-francese – di fatto più francese che italiano – vede infatti un pianoforte e un sax soprano rileggere e reinterpretare il Quartetto per archi N. 1 “Métamorphoses Nocturnes” dell’ungherese György Ligeti, uno dei maggiori compositori di musica contemporanea, che in questo adattamento diventa “Les Métanuits”.
Sassofonista francese che incide da anni per la tedesca ACT, Émile Parisien è ormai uno dei nomi di punta del jazz d’oltralpe , con una visione che spazia dal folk alla classica passando per la world music. Le sue collaborazioni lo vedono al fianco di nomi quali Michel Portal, Michael Wollny, Nils Landgren e Lars Danielsson, mentre nell’ultima fatica
discografica, “Les Égarés”, di prossima uscita, è accompagnato da Ballaké Sissoko, Vincent Segal e Vincent Peirani, con il quale porta avanti anche un collaudato duo.
Roberto Negro, italiano di nascita, ma francese d’adozione, è un pianista aperto a incursioni nell’elettronica. Il suo disco d’esordio in solo, “Kings and Bastards” su Cam Jazz, risale al 2018, ma anche per lui le collaborazioni sono ovviamente infinite: Michel Portal, Louis Sclavis, Daniel Humair, Théo Ceccaldi e tanti altri.
Scavando fra i vecchi programmi, Negro e Parisien li ricordiamo insieme a Michele Rabbia, in quello che sarebbe poi diventato il trio Dadada, già nel 2016 all’Auditorium Parco della Musica, ovviamente presentati, come spesso accade per i progetti italo-francesi, dal festival “Una Striscia di Terra Feconda”.
Geschrieben von Carlo Cimmino