Nonostante abbia una ciclicità solenne, da grande happening sportivo come i Mondiali o le Olimpiadi, La Quadriennale di Roma ha deciso di scendere in campo prima del grande evento del 2024 con una serie di appuntamenti di avvicinamento. Molto interessante è il ciclo di mostre a cadenza mensile dedicato agli artisti italiani under 35, scelti dalla direzione artistica in collaborazione con la curatrice in residenza Gaia Bobò. Gli artisti di „Portfolio“, questo il nome della rassegna, sono introdotti attraverso una sola opera (o progetto) e un portfolio sul proprio lavoro.

La settima protagonista, che segna il giro di boa, sarà la bolognese classe ’90 Irene Fenara, la cui pratica indaga la natura delle immagini e dei meccanismi della visione, soffermandosi in particolare sulle implicazioni legate alle riprese di immagini da parte di dispositivi come le telecamere di sorveglianza, da anni al centro della sua ricerca. Un lavoro di „hackeraggio“ ottico-digitale che vuole riflettere sulla iperproliferazione contemporanea delle immagini, ma anche sul glitch, la disfunzionalità e l’unicità dello strumento visivo: elementi che possono tramutare un’immagine da istanza di controllo a istanza estetica e anche poetica.