Gli Horse Lords sono un gruppo di musicisti di Baltimora che hanno espresso nella loro carriera, iniziata con il primo disco nel 2012, una visione avanguardistica e sperimentale del rock che guarda come matrice musicale al krautrock e al post-punk. I loro brani strumentali inesorabilmente ripetitivi devono infatti un evidente debito alle band art-rock della Germania occidentale degli anni ’70. Al di là della somiglianza a livello superficiale con il genere e la predilezione per i sistemi formalizzati e funzionali, gli Horse Lords riempiono i loro album di di groove gioiosi e ipnotici in cui i suoni accadono sempre per una ragione e una certa logica, che non sempre risulta comprensibile. Un gioco di tensioni tra caos e controllo, tra espressione dell’individuo e il suono comunitario di una vera a propria ensemble. Un approccio quasi matematico, iper strutturato e pensato per piegare la musica verso nuove direzioni e nuove forme espressive. L’ultimo disco, „Comradely Objects„, aderisce al suono strumentale-essenziale dei precedenti quattro album e riflette elementi familiari della tavolozza della band: le ripetizioni, la ritmica ossessiva, le microtonalità, la varietà dei timbri; sembra spingersi verso una più vivace irrequietezza ritmica come una macchina perfetta, che però a tratti sbuffa e ronza e prova a ribellarsi al proprio conducente. Un’esperienza immersiva, un po’ cervellotica per cultori del genere, ma ricca di personalità. Un’occasione abbastanza unica di poterli vedere.
Geschrieben von Simona Ventrella