La biografia artistica di Dean Roberts inizia dall’altra parte del Mondo. Dalla sua Nuova Zelanda, dove è diventato un piccolo culto di nicchia con la formazione Autistic Daughters in cui militava con Martin Brandlmayr e Werner Dafeldecker. Da lì si è trasferito per un po‘ di tempo a New York, dove ha bazzicato il giro rumorista di Jim O’Rourke e Thrustoon Moore, infine, ultimamente, ha deciso di fare base in Europa, a Berlino.
Negli anni la sua cifra artistica è cambiata sempre e allo stesso tempo è rimasta la stessa: un paradosso generato dal suo muoversi in una lingua di terra comune a diversi generi, a volte anche agli antipodi tra di loro: rock, post-punk, elettronica, elettroacustica, minimalismo, improvvisazione. Uno spettro sonoro ben delineato dalle due etichette più importanti per cui ha fatto uscire i propri album: Kranky e Mille Plateaux. Una vena sempre ricca che, su disco e dal vivo, Dean libera in cicli di brani insolitamente toccanti che suonano ugualmente avant-futuristici e spaventosamente antichi, come fantasmi di canzoni passate.
La biografia artistica di Dean Roberts inizia dall’altra parte del Mondo. Dalla sua Nuova Zelanda, dove è diventato un piccolo culto di nicchia con la formazione Autistic Daughters in cui militava con Martin Brandlmayr e Werner Dafeldecker. Da lì si è trasferito per un po‘ di tempo a New York, dove ha bazzicato il giro rumorista di Jim O’Rourke e Thrustoon Moore, infine, ultimamente, ha deciso di fare base in Europa, a Berlino.
Negli anni la sua cifra artistica è cambiata sempre e allo stesso tempo è rimasta la stessa: un paradosso generato dal suo muoversi in una lingua di terra comune a diversi generi, a volte anche agli antipodi tra di loro: rock, post-punk, elettronica, elettroacustica, minimalismo, improvvisazione. Uno spettro sonoro ben delineato dalle due etichette più importanti per cui ha fatto uscire i propri album: Kranky e Mille Plateaux. Una vena sempre ricca che, su disco e dal vivo, Dean libera in cicli di brani insolitamente toccanti che suonano ugualmente avant-futuristici e spaventosamente antichi, come fantasmi di canzoni passate.
In apertura il dj set di Carolina Martines.
Geschrieben von Nicola Gerundino