Canzoni che si muovono ai confini dello spazio e del tempo, lente e profonde, evanescenti fino a un orizzonte fatto di silenzio. La ricerca sonora del sassofonista e clarinettista Julien Pontvianne è fatta di viaggi in territori dove musica e parole sono quasi impercettibili, ma non per questo meno potenti. “Abhra” era il titolo di un suo disco del 2016, nel quale Pontvianne radunava giovani musicisti europei per un lavoro commissionato dal Centre International des Musiques Nomades e del Festival Détours de Babel di Grenoble. Esplorando il Diario dello scrittore americano Henry David Thoreau ne venivano tratti testi dai quali emergeva un elogio della semplicità e dell’ascetismo edonistico, frutto del profondo contatto con la natura.
Oggi, con alcuni cambi di formazione, „Abhra“ diventa un sestetto con un nuovo album, “Seven Poems on Water”, uscito a fine 2022 in vinile e cd. Accanto a Julien Pontvianne ci sono la svedese Isabel Sörling alla voce, i francesi Alexandre Herer alle tastiere e Adèle Viret al violoncello, oltre a due nostre vecchie conoscenze, Francesco Diodati alla chitarra e Matteo Bortone al contrabbasso. Ancora una volta un concept album, con l’acqua al centro di un’esplorazione compiuta attraverso sette testi di donne e uomini provenienti da sette diversi Paesi, da Raquel Illonde a Emily Dickinson, da Nazim Hikmet a Pryal Gagan.
Geschrieben von Carlo Cimmino