„Torturing The Saxophone“. Quello che era il titolo di un CD del 2014 che raggruppava tre vinili ultra limitati di Mats Gustafsson alle prese con composizioni di Duke Ellington, Albert Ayler e Lars Gullin, può in qualche modo evidenziare l’approccio al limite della sperimentazione di Gustaffson al suo strumento.
Musicista dai mille progetti, nel corso degli anni lo abbiamo visto alla guida di gruppi come Fire!, The Things, Nu Ensemble, Birds, Luft, nel Chicago Tentet di Peter Brotzmann, a fianco di Ken Vandermark, di Thurnston Moore, di Neneh Cherry, di Massimo Pupillo e Brian Chippendale, ma a Roma manca dal 2018, quando, ospite al Monk degli Zu, incrociò il suo sax con quello di Luca Mai.
Lo scorso anno una versione ridotta della Fire! Orchestra calcò alcuni palchi del Nord Italia con il nome di Fire! Italian Defeat. Ne faceva parte anche Zoe Pia, al clarinetto e launeddas, antico strumento della tradizione sarda, che oggi ritroviamo in duo con Mats Gustaffson, ormai quasi più a suo agio imbracciando il flauto, alla Casa del Jazz a presentare „Rite“, con un disco in fase di registrazione per la Parco della Musica Records.
Diplomata in clarinetto presso il Conservatorio di Cagliari, Zoe Pia si è poi specializzata in clarinetto solistico, musica da camera e musica jazz, fino all’incontro con la musica improvvisata ed allo studio della cultura afro‐americana. È del 2017 l’album di esordio da leader “Shardana”, fortemente legato alle tradizioni e leggende della Sardegna. Ideatrice da tempo di vari festival nella sua terra, lo scorso anno ha debuttato con il progetto Indindara con i Tenores di Orosei. Che sia un incontro o uno scontro di fiati, vedremo comunque tessere architetture sonore ancestrali che culmineranno nel rito tanto promesso.
Geschrieben von Carlo Cimmino