Vorreste divertirvi e temete che una serata a base di jazz non faccia per voi? Con i Roots Magic potreste cambiare idea fin dalle prime note e trovarvi con gambe e teste catturate dal ritmo. Sì, perché già il quartetto composto da Alberto Popolla ai clarinetti, Errico De Fabritiis al sax, Gianfranco Tedeschi al contrabbasso e Fabrizio Spera alla batteria era quanto di più lontano ci potesse essere dalla tipica formazione jazz italiana.
Pur essendo considerati fra i migliori gruppi italiani “del genere”, il loro jazz delle radici ripesca infatti nel blues del delta, primo fra tutti Charlie Patton, mescolandolo con la tradizione della musica afro-americana ed il free jazz. Tre uscite discografiche su Clean Feed, un centinaio di concerti alle spalle e la partecipazione ad alcuni dei principali festival internazionali ci hanno sempre confermato come in scaletta non possano mai mancare pezzi che hanno fatto la storia del jazz accanto a composizioni originali in numero sempre crescente.
L’occasione è da qualche tempo ancora più ghiotta con il passaggio alla formazione estesa: un sestetto che ha visto l’ingresso di Eugenio Colombo al flauto e sax soprano e di Francesco Lo Cascio al vibrafono e percussioni. Dopo l’esordio fortemente voluto dalla stessa Clean Feed nel 2021 alla Fondazione Gulbenkian di Lisbona, li abbiamo potuti apprezzare in una Casa del Jazz sold out e in un Fanfulla scatenato, dove sono tornati a metà Marzo per un release party in grande stile a presentare “Long Old Road”, quarta uscita per l’etichetta portoghese, la prima a firma del sestetto.
Un concerto purtroppo segnato dal mancato arrivo delle copie fisiche del disco e dal cattivo stato di salute di uno dei componenti del gruppo, di fatto trasformato all’improvviso in un Roots Magic Quintet. Oggi i dischi ci sono, i musicisti stanno bene, il sestetto farà faville. Siete pronti ad agitare le chiome?
Geschrieben von Carlo Cimmino