Non ha certo bisogno di presentazioni Kenny Garrett, giunto a una consolidata carriera solista dopo dopo un florido passato che lo ha visto al fianco di nomi celebri quali Miles Davis, Art Blakey e Pharoah Sanders.
Se volessimo descrivere l’ultima opera in studio del sassofonista americano dovremmo partire dal termine „ancestor“, vera e propria parola chiave che fa da spartiacque a tutto ciò che confluisce nell’album. Dopotutto, lo stesso Garrett ha ribadito che il suo intento era proprio quello di riprendere lo spirito dei suoi antenati e che ha in Coltrane e Marvin Gaye le sue principali linee guida.
E così ecco che „Sounds From The Ancestors“ riflette la ricca storia del jazz e del gospel della sua città natale, Detroit, arricchito di una vivacità cosmopolita che abbraccia tanto Cuba quanto la Nigeria, in una continua esplorazione sonora capace di generare un universo unico e carico di groove, ed estendere al contempo l’intero vocabolario jazz. Una vera e propria energia contagiosa, dove ciascun elemento sembra colorare la musica dal suo interno, rafforzandone la direzione in presa live, momento in cui Garrett si crogiola all’interno di esplorazioni introspettive e improvvisazioni gioiose.
Geschrieben von Fabrizio Melchionna