Se dici Italia 90, la prima cosa che ti passerà per la mente sarà sicuramente quella fatidica notte in cui Bennato e Gianna Nannini infiammarono San siro con la loro hit „Notti magiche“, seguita dai gol di Totò Schillaci e le lacrime di Paul Gascogne.
Negli anni Zero, Italia 90 vuol dire questioni sociali, desolazione post Brexit e impegno ideologico e politico oltre Manica. È a partire da questo mix che il quartetto londinese (via Brighton) prende piede per dare sfogo al suo impeto post-punk stridente e furioso. „Living Human Treasure“, il loro album d’esordio, infatti non è altro che un’istantanea non filtrata del Paese nel suo pieno declino, dove i ritmi sincopati e le esplosioni noisy ne rafforzano il perfetto stato di disorientamento.
Una finestra temporale e musicale in cui le rivendicazioni punk di Johnny Rotten flirtano con l’arroganza provocatoria dei The Fall, attraverso un non-susseguirsi di regole dettato da continui cambi di ritmo e uno stato d’agitazione continua. Perché, dopotutto, „Once you’re free, you’ll never wanna move.“
Geschrieben von Fabrizio Melchionna