Chitarrista e cantante, Amaury Cambuzat lo conosciamo bene. Alla guida dei francesi Ulan Bator ha attraversato gli anni Novanta e Duemila, facendosi apprezzare e produrre da gente del calibro di Giovanni Lindo Ferretti, Gianni Maroccolo, Michael Gira e Robin Guthrie. Mentre la formazione diventava sempre più italo-francese, inglobando musicisti nostrani, Amaury Cambuzat iniziava a collaborare con uno dei gruppi che per lui era stato da sempre fonte di ispirazione, i Faust.
Nell’incarnazione portata avanti da Werner „Zappi&“ Diermaier e Jean-Hervé Péron i nuovi Faust diventavano sempre più attivi, registravano anche un album con i Nurse with Wound e nell’ormai lontano 2008 li vedemmo anche in concerto all’Init. In solo, se da un lato ha più volte presentato dal vivo in versione acustica i brani degli Ulan Bator, dall’altro ha contaminato il suo spirito kraut con influenze ambient e pesantemente drone, dando via al suo progetto più sperimentale ed oscuro.
Attivo dal 2019 e prontamente presentato a Roma in quel del Klang, I Feel Like a Bombed Cathedral vede Cambuzat alle prese con chitarra elettrica ed effetti a plasmare paesaggi sonori indefiniti. Oggi torna al nuovo Init a chiudere una lunga serata che vedrà sullo stesso palco Picco(dro)ni, Grumvalski e Rotten Mosh, ovvero la versione più industrial di Young Signorino.
Geschrieben von Carlo Cimmino