„Stay Open“ è il motto del 37° Mix. Invito dei migliori visto che di restare aperti c’è un gran bisogno. Di restare aperti, di portare pazienza ma anche di restare lucidi, prima di difendere i nostri diritti, ricordando che qui si parla, prima di tutto, dei valori fondanti di una società decente, articolando bene il punto visto che la manipolazione regna sovrana.
Sono sempre di più quelli stanno cercando di far credere a molti altri che la diversità di un individuo e la sua originalità coincidono con il genere, qualunque esso sia. Qui c’è il seme del male. Si confonde il diritto di opinione con il diritto all’odio dove pare che fette intere di popolazione eterosessuale si sentano infastidite da una non mai vista sovrabbondanza di messaggi queer mentre mezzo mondo impazzisce per i maneskin e un tuo collega, a volte pure qualche amico, ti ripetono „tu lo sai che non ho probelmi con i froci io no?“. Dulcis in fundo ogni tanto riappare la famosa teoria di una non mai capita supremazia gay ma fuori dal Vaticano. Beh… che dire se non „Stay Open!“?
Il Festival è un evento imperdibile, dove come minimo bisogna almeno farci un salto come fosse una manifestazione di piazza, dove basta citare che su 46 titoli in programma 32 sono anteprime italiane. Questo parla bene dei nuovi 3 direttori, Paolo Armelli, Pierpaolo Astolfi e Priscilla Robledo (con Rafael Maniglia che prova inutilmente a restare tra le quinte) che hanno raccolto il testimone dai tre direttori partigiani precedenti (Andrea Ferrari, Debora Guma e il sopra già citato Rafael) che a loro volta hanno raccolto e seguito e il lascito di quel genio di Giampaolo Marzi. Questo perchè la storia, rivedi sopra, è importante e va sempre ricordata e vanno sempre ringraziati tutti i suoi protagonisti.
Mutt dell’esordiente Vuk Lungulov-Klotz, vera sorpresa dell’ultimo Sundance 2023 inaugura il festival mentre la divertente commedia Four Little Adults della regista finlandese Selma Vilhunen lo chiuderà domenica con l’annuncio di tutti i film vincitori. In mezzo un fiume di titoli, Silver Haze, che si addentra nelle vite solitarie e desolanti delle donne della classe operaia britannica. Opponent dello svedese di origine iraniana Milad Alami, storia di un irrequieto lottatore iraniano che cerca di tenere unita la sua famiglia mentre fa richiesta d’asilo per rimanere in Svezia. Conann di Bertrand Mandico, rivisitazione in chiave queer dell’eroico personaggio fantasy Conan il Barbaro, passato alla 55a Quinzaine des Cinéastes del 76° Festival di Cannes. Polarized, dell’acclamata regista Shamim Sarif, su l’inevitabile attrazione che si sviluppa tra due donne mentre superano le barriere di razza, religione e classe che le hanno divise. Old Narcissus di Tsuyoshi Shôji, storia malinconica (ed erotica) di due uomini queer molto diversi, sullo sfondo di un Paese pieno di tabù culturali. Green Night, il thriller femminista diretto dalla talentuosa regista cinese Han Shuai. The Chambermaid di Mariana Čengel-Solčanská. All the Colours of the World Are Between Black and White del nigeriano Babatunde Apalowo, vincitore del Teddy Award come miglior film all’ultima Berlinale, coraggiosa storia sul tema dell’omosessualità maschile mai girata prima in Nigeria e Before I Change My Mind, debutto nel lungometraggio di Trevor Anderson, più volte con i suoi corti ospite del MiX. Mi fermo qui ma trovate tutte le schede di tutti i titoli sul sito del Mix., documentari e amatissimi corti compresi, ai quali si aggiunge in questa edizione il Concorso Queer Music Video.
La 37a edizione del MiX comprenderà anche un’ampia gamma di eventi, incontri e dibattiti, trovate tutto sempre sul sito, e completano il programma degli eventi extra-cinematografici sette panel raccolti sotto il titolo Queering the Question – Perché le domande sono più importanti delle risposte.
Come ogni anno si rinnova e anzi raddoppia l’appuntamento sul Sagrato con la musica dei migliori dj della scena queer dove alla console del MiX si alterneranno artistə selezionatə dai media partner MTV e Paramount+ oltre al classico appuntamento di Music On The Steps curato da Simone Bisantino.
Geschrieben von Fabrizio Fedeli