Di “americana” e alternative country”, generi musicali derivanti dal country rock, più o meno contaminati, più o meno legati alla tradizione, si è iniziato a parlare ad inizio anni Novanta.
Già nel 1981, però, una band di Los Angeles chiamata The Long Ryders in omaggio al film di Walter Hill contribuiva a gettarne le fondamenta, mescolando le radici puramente rock del loro suono allo spirito punk dei Ramones ed alla psichedelia dei Byrds.
Era l’inizio di quel fenomeno comunemente definito come “Paisley Underground”, Los Angeles rispondeva ai suoni sintetici della new wave con le chitarre di gruppi come Dream Syndicate, Green on Red e Rain Parade. Da quella scena, di fatto neo-psichedelica, i Long Ryders si allontanarono in realtà ben presto proprio a causa delle forti influenze country che li avrebbero proiettati verso un differente percorso. Seguirono un buon successo commerciale, tour americani ed europei sold out, tre album incisi su Frontier ed Island, fino all’improvviso scioglimento nel 1987.
Dopo una reunion nel 2004, un disco di nuovo materiale nel 2019, critiche entusiastiche, un premio dalla Americana Music Association, oggi i membri della formazione originale dei Long Ryders, ridotti a tre dopo la morte improvvisa del bassista Tom Stevens, sono nuovamente in tour in Europa per presentare il loro quinto album in studio, “September November”, uscito a Marzo di quest’anno su Cherry Red.
Geschrieben von Carlo Cimmino