Stati Uniti, Inghilterra, Australia. Quando si parla di scene jazz contemporanee a volte se ne trascura una tra le più vive ed interessanti: quella del Sudafrica: lo Stato africano con la tradizione più ricca e complessa di tutte. Una storia sviluppatasi quasi in contemporanea con l’originale statunitense e che, per sua natura, mescola cultura americana e inglese con quella autoctona.
Una complessità in cui gli sconvolgimenti politici del Paese hanno svolto un ruolo decisivo, soprattutto nell’evoluzione musicale esplosa definitivamente con la fine dell’apartheid. Da tempo ormai il Sudafrica è un vulcano creativo in cui il jazz incontra altre forme d’espressione (musicali e non solo) in modo inedito, composta da artisti tra i più interessanti a livello globale.
Nduduzo Makhathini è l’epitome di tutto ciò. Il pianista è attivo da ormai più di un ventennio e ha suonato in tutto il mondo con musicisti di ogni tipo. Eppure il suo stile rimane estremamente personale, tanto sullo strumento quanto nelle composizioni. Uno spiritual jazz che si intreccia alla tradizione folklorica Zulu, con slanci virtuosi che lasciano a bocca aperta e orecchie felicemente incredule.
Non è un caso che il suo ultimo splendido album, „In The Spirit Of Ntu“, sia stato scelto dalla Blue Note per inaugurare Blue Note Africa, una nuova etichetta dedicata a ingaggiare artisti provenienti da tutto il continente africano e portarli all’attenzione di un pubblico globale. La musica di Makhathini è Monk che balla impazzito su ritmi ancestrali, ma anche Coltrane che prende l’ascensore insieme a spiriti africani. Insomma è la sua musica: la musica di Nduduzo Makhathini.
VINCI CON ZERO
ZERO e Roma Jazz Festival vi mandano gratis al concerto. In palio ci sono due biglietti in palio (uno per ogni singolo vincitore). Per partecipare, basta mettere like alla pagina di Zero Roma e inviare un messaggio specificando l’evento di riferimento e il proprio nome e cognome entro le 12:00 di mercoledì 8 novembre. Saranno ricontattati solo i vincitori.
Geschrieben von Giulio Pecci