I nomi a volte fanno la differenza. Possono essere i nomi dei componenti di un gruppo a farci scattare un qualcosa in testa, può essere il nome del gruppo stesso ad orientarci verso un ascolto piuttosto che un altro. A volte sono tutti e due. Quando leggi che, accompagnati da Markus Reuter, Tony Levin e Pat Mastellotto suonano insieme hai già capito tutto.
Puoi anche non conoscere il gruppo, ma bene o male sai già cosa sta per accadere. Quando leggi Stick Men, puoi anche non averli mai ascoltati, ma sai già a quali sonorità ti stai approcciando. Siamo di fronte a quello che possiamo tranquillamente azzardare di chiamare supergruppo. Tony Levin, con il suo basso, ha suonato praticamente con tutti fin dagli anni settanta, da John Lennon a Lou Reed, da Paul Simon a Bryan Ferry, da David Bowie a Laurie Anderson, ma è stato soprattutto compagno di viaggio di Peter Gabriel lungo la sua carriera fin dal 1977 e poi, dall’inizio degli anni ottanta, membro insostituibile dei King Crimson.
E proprio nei King Crimson, accanto a Levin si è aggiunta nel 1994 la batteria di Pat Mastellotto, inizialmente insieme a Bill Bruford nella versione „Double Trio“, per poi continuare come unico batterista della formazione inglese, fino alle successive sperimentazioni con due e tre batterie. Lo spirito dei King Crimson aleggia quindi nell’aria e di certo non mancheranno nuove versioni dei brani storici di Fripp & company, ma Stick Men significa anche altro ed è proprio lì che risiede la maggiore particolarità del gruppo. Stick sta infatti per “Chapman Sticks”, un particolare strumento a corde che, con una particolare accordatura, dà a chitarra e basso la versatilità di una tastiera. E quindi ecco a voi Chapman Stick, stick bass e batteria per un
viaggio inimitabile nel mondo del progressive.
Geschrieben von Carlo Cimmino