Casa è più di un’abitazione, abitare è più che occupare uno spazio. Guido Gazzilli rivela con i suoi scatti la personale odissea alla ricerca di un posto in cui stare, da cui poter dire “si sta bene qui”. Per quella convinzione confortante che viviamo uno spazio – anzi, una quantità di spazi – molto più che un tempo. Officine Fotografiche ospita „Home is Home (All Alone)“, fotografie per un diario intimo di Gazzilli che è insieme una storia collettiva perché testimonia gli incontri, le folle viste da lontano e i volti da vicino, i paesaggi sconfinati e i luoghi più angusti.

Non c’è traccia, tra le immagini sulle pareti e quelle da sfogliare sull’omonimo libro, di una casa così come siamo soliti intenderla. Guido è le case che ha attraversato e lo hanno attraversato, laddove ha lasciato e ritrovato qualcosa o qualcuno Le case sono persone, le persone possono essere casa, ma, per quanto si possa amare e cercare il rifugio, alla fine si fa sempre ritorno alla propria dimora che altro non è che se stessi, la solitudine del proprio corpo, le strade da percorrere, le tempeste da attraversare.

Abitare è con-vivere ma anche sostare, in solitudine, senza mai smettere di cercare uno sguardo, di seguire un istinto, di affilare la spada e lottare, di esistere. Quello in mostra non è un corpus coerente e omogeneo, ma un flusso di visioni che albergano la mente di chi le ha vissute e catturate. In questo viaggio fotografico Guido Gazzilli ci fa vedere quello che lui vede, così tanto che per gli spettatori sarà come varcare la soglia non di un’esposizione ma della sua casa: un invito ad esplorare il significato più profondo di uno spazio che risiede in noi tutti, nella condivisione con gli altri e in una ricerca mai appagata.