Per comprendere in pieno la musica di Idris Ackamoor bisogna partire da molto lontano, dai primissimi anni Settanta, quando, con i Pyramids, la sua vita e i suoi insegnamenti venivano plasmati dal mentore e amico Cecil Taylor, muovendosi come un fantasma all’ombra di mostri sacri quali Pharoah Sanders ed Alice Coltrane.
Assorbendo una miriade di influenze mondane, il musicista americano sembra voler dipingere con il proprio sax una vasta tela di colori vivaci dove confluiscono jazz, afrobeat, funk e psichedelia ultraterrena, delineando un viaggio profondo volto alla valorizzazione delle proprie radici. Dopotutto, lo stesso Ackamoor ha affermato che „Afro Futuristic Dreams“, il suo ultimo album in studio datato 2023, rappresenta „un nuovo viaggio della coscienza afroamericana“. Una sorta di realismo magico e politicizzato, in cui il sassofonista di Chicago è il punto focale di un processo in continua espansione, che corre su motivi sempre più liberi ed abbaglianti.
Il risultato è un flusso continuo e una performance spiritualizzata, dove ciascun strumento è protagonista dei propri movimenti, capaci di costruire inni edificanti: un esuberante mix di ritmo e caos controllato in grado di spazzare via qualsiasi cosa lungo il suo cammino. Stasera non vi resta che accorrere tutti e intonare insieme „We Be All Africans“. Se c’è un live che merita una sala piena, beh, di sicuro è questo.
Geschrieben von Fabrizio Melchionna