Ci avete mai pensato a una Milano più grigia di così? Senza vento, quasi desertica. Dove tutto era un cantiere – prima di essere una città operosa – e gli ascensori verso gli uffici si prendevano per avere una bella vista sulle macerie. Questa Milano qualcuno l’ha raccontata. Giorgio Scerbanenco è l’autore di Milano calibro 9 – ventidue racconti che tornano sempre ciclici qui nelle strade dove tutti viviamo. Ma anche de I milanesi ammazzano al sabato – che ha come protagonista il commissario del Fatebenefratelli Duca Lamberti, diventato archetipo assoluto del noir italiano.

Qui fanno l’effetto di una macchia inattesa sulla tappezzeria e gettano ombre sulle facciate di una città sempre più trasparente.

La casa editrice La Nave di Teseo ha pensato di restituirci le pagine di questo autore, con tanti romanzi recuperati dalla figlia dello scrittore rimasti inediti per settant’anni (catalogo edito da La Nave di Teseo, in vendita presso il VSM). Le copertine le ha disegnate Manuele Fior e, fino al 30 giugno, le trovate esposte da Volvo Studio. Qui fanno l’effetto di una macchia inattesa sulla tappezzeria e gettano ombre sulle facciate di una città sempre più trasparente. Privata del luccichio, la Milano della scighera raccontata da Scerbanenco e disegnata da Fior, affascina perché finalmente non tutto si vede sui grandi schermi. Scerbanenco secondo Fior è una mostra di ventuno tavole dell’illustratore, curata da Elisabetta Sgarbi con il contributo di Cecilia Scerbanenco, figlia dello scrittore, fondatrice e responsabile degli Archivi Scerbanenco.

Qui di seguito trovare le interviste realizzate in occasione dell’inaugurazione della mostra.