A voler descrivere la carriera di Kristin Hersh non basterebbe un’intera enciclopedia musicale: dapprima l’esperienza con i Throwing Muses, una sorta di band C86 ma „made in Usa“, poi con i 50 Foot Wave, infine una solida carriera solista che oramai dura da anni. Quel che è certo è che rappresenta una delle figure più affascinanti e inquiete del panorama musicale attuale, capace di raccontare con le sue canzoni un collage di pensieri e osservazioni in modo sempre colloquiale e affascinante.
Attraverso un approccio quasi lynchiano, Kristin Hersh è infatti capace di conferire alla propria musica una visione onirica, in cui le canzoni restano spigolose e graffianti, mentre la sua chitarra diventa una forza trainante, accompagnando una voce sempre più espressiva e tangibile.
Al pari di Kim Gordon, la chitarrista americana resiste alle convenzioni, ma, soprattutto, è capace di distillare la sua esperienza personale in arte, giungendo al suo dodicesimo album in studio sulla sempre sia lodata Fire Records, in cui, grazie alla sua voce bruciacchiata, ciascuna canzone assume una dimensione propria, allo stesso tempo forte, dura e vulnerabile. Ad aprire la serata ci sarà Hugo Race, alfiere fieramente indipendente e prolifico dell’alternative rock dei nostri tempi, a coronare una delle doppiette più eleganti di questa primavera romana.
Geschrieben von Fabrizio Melchionna