Un pugno in faccia. Un assalto sonico frontale. Una corsa sfrenata, che va a schiantarsi contro la parete ruvida del r’n’r. Sono gli Osees – noti anche come Thee Oh Sees e Oh Sees – su disco, ma soprattutto dal vivo. Garage marcio e rumoroso, psichedelia dai toni Nuggets trascinata dal falsetto sapiente del capofila indiscusso della scena garage psichedelica della Bay Area degli ultimi quindici anni.
Braghe corte, magliette a righe e chitarra imbracciata poco sotto l’ascella: John Dwyer ha un modo inconfondibile di stare sul palco, ma soprattutto di innescare live ogni volta tiratissimi, di quelli che ti rimettono al mondo anche dopo una sfiancante maratona di live al Primavera.
Negli anni abbiamo imparato ad amare anche la sua prolificità in studio, con gli Osees ma pure col suo progetto matto synth-space Damaged Bug. Ogni volta potrebbe essere lo stesso disco, ma diverso. Un tripudio di chitarre, divagazioni spaziali e ritmi ossessivi. E noi, garagisti molesti, non vediamo l’ora di ansimare di nuovo sulle note putride di una delle migliori (in)sicurezze della California.
Geschrieben von Mary Anne