DJ Travella è un ragazzo giovanissimo, dalla faccia pulita e l’abbigliamento che a Roma definiremmo un po‘ „coatto“, da eterno bambino. La sua figura è minuta: magrissimo e bassino, si ha la sensazione di poterlo sollevare da terra con il mignolo. Il suo corpo segue l’evoluzione di quello di tutti i producer musicali. La spina dorsale è deformata in avanti, la testa quasi sempre più bassa delle spalle, come se avesse di fronte un computer anche quando è in piedi a camminare.
Insomma, a guardare DJ Travella si intuisce poco o niente di quello che accade non appena sale su un palco. In primis via i controller da migliaia di euro, „standard dell’industria“ (sic!), i mixer allo stato dell’arte, i giradischi perfettamente pesati. Dentro invece un computer portatile economico, un mouse e una tastiera bluetooth. Via anche Recordbox, Serato, Traktor o qualunque software pensate sia giusto usare, sempre perché „standard dell’industria“ (sic! #2). Dentro il magico, gratuito e meravigliosamente amatoriale Virtual DJ.
Passati questi primi due stadi, DJ Travella può premere play. Sembra tutto molto naturale, ma in realtà l’atto equivale a un’incisione sulla nostra scatola cranica. Il ragazzo è lì che ci mette a nudo il cervello, infila le mani e inizia a giocare, schiacciando da una parte e dall’altra la massa molliccia, divertendosi un mondo mentre iniziamo a muoverci scomposti e selvaggi.
Il producer/dj/performer della Tanzania raggiunge questi risultati grazie alla sua singeli music, un genere che ne racchiude mille, suonato a velocità senza senso (tra i 200 e i 250 bpm, fino ai 300) in un mix di live e dj set. „Mr Mixondo“, il suo album di debutto del 2022 per NyegeNyege Tapes (e chi sennò?>) è diventato subito un piccolo cult, ma è alle sue esibizioni che si viene convertiti definitivamente al culto del singeli. Campionamenti live, mix estremi, elettronica cyberpunk, tecnica innovativa e creativa. Una musica così iperstimolante che farebbe scoppiare gli occhi nelle orbite a un viaggiatore nel tempo proveniente da un passato casto e timorato di Dio.
Geschrieben von Giulio Pecci