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Di 02.07 2024

Slowdive

Wo

Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Viale Pietro de Coubertin 30, 00196 Roma

Wer

Wann

Dienstag 02 Juli 2024
H 21:00

Wie viel

€ 44

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Veranstalter

Roma Summer Fest

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  • Alison

    Slowdive

  • 40 Days

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  • Souvlaki Space Station

    Slowdive

Courtesy of Spotify™

Barcellona, Primavera Sound 2014, secondo giorno, poco dopo il tramonto. Un clima insolitamente inglese avvolge un Parc del Fòrum bagnato fradicio ma in trepidante attesa, sarà per quello che sta per accadere sul palco denominato Sony. Sulle note di “Deep Blue Day” di Brian Eno entra in scena il quintetto e si parte subito con “Slowdive”, il brano manifesto che ha dato il nome alla band e all’ep d’esordio uscito il 5 novembre 1990. Circa sessanta minuti dopo di carezze dream-pop e feedback shoegaze il concerto si chiude con la splendida cover di “Golden Hair” di Syd Barrett. Boato del pubblico e, come si suol dire, il resto è storia, che si ripete certo, ma qualche volta riserva anche delle piacevoli sorprese.

Perché quello che poteva essere e non è stato nella prima parte della loro carriera (1989-1995) gli Slowdive se lo stanno vivendo e godendo appieno in questa seconda fase artistica. Merito ulteriore di Rachel Goswell, Neil Halstead e soci è stato quello di non speculare ad libitum solo sul mirabile repertorio passato – con album divenuti a posteriori di culto assoluto come “Souvlaki” e “Pygmalion” – ma di sfruttare questa seconda chance per proporre nuovi sogni rock.

Ecco quindi l’ottimo disco omonimo del 2017, probabilmente il più bel comeback album degli ultimi anni e l’altrettanto intrigante “Everything is Alive” dello scorso anno, primo in carriera a raggiungere la top ten in diversi paesi e la vetta in UK nella classifica indie. Plus nostrano, il video di “Kisses” girato a Napoli che ha spopolato in rete. A dieci anni dalla reunion catalana gli Slowdive debuttano finalmente a Roma e poterli accogliere e ammirare in una cornice ideale come la Cavea è un privilegio che si sono e ci siamo meritati dopo un’attesa lunga quasi trentacinque anni.

Geschrieben von Matteo Quinzi